''Io non ho mai detto ne' pensato che la polizia debba entrare nelle scuole''. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il giorno dopo, da Pechino, torna sulle occupazioni di scuole e universita' contro la riforma Gelmini e corregge il tiro. Ma la smentita, invece che rasserenare il clima lo infuoca ancora di piu', sia nell'opposizione che tra gli studenti. Il Pd con diverse note ufficiali riporta parola per parola quanto detto da Berlusconi ieri in diretta tv sul fatto che avrebbe chiamato il ministro dell'Interno Maroni ''per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine'' contro le occupazioni di scuole e atenei. Pier Ferdinando Casini, poi, spiega l'inversione di rotta di Berlusconi: ''Non e' che siamo impazziti, l'hanno sentito tutti: ha semplicemente cambiato idea e ha fatto bene''.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa cerca di buttare acqua sul fuoco sostenendo che ''non ci sara' mai un seguito alle parole del premier'' ''Se ci fosse - ammette - ci starei male. Ho inteso le parole di Berlusconi come una condanna della violenza''.
"Bugie, bugie, soltanto bugie. Se la piazza protesta la colpa e' dell'opposizione che ha avviato una campagna di disinformazione e non certo dei contenuti del decreto 137, quello sul contestato maestro unico''. Una agguerritissima Gelmini insiste su questo tasto, replicando al Senato dopo il dibattito sul provvedimento. E per non offrire il fianco a chi le rimprovera una scarsa propensione al confronto annuncia che gia' da domani convochera' tutte le associazioni studentesche. A una sola condizione - aggiunge - ''che si discuta sui fatti''. Intanto continua a difendere il suo male-interpretato provvedimento. ''Non e' vero che ci saranno tagli per 8 miliardi di euro, non e' vero che ci saranno licenziamenti degli insegnanti, non e' vero che chiuderemo le scuole di montagna o delle piccole isole''. Difende le ragioni che l'hanno spinta a valutare anche la condotta nel giudizio finale sugli alunni. Sul maestro unico, diventato per volonta' di Berlusconi 'prevalente', saranno affiancati un insegnante di inglese e uno di religione. Delle proteste dice di non aver paura. E dopo aver criticato Veltroni, che secondo lei, cerca di cavalcare la protesta studentesca, ed elogiato il presidente della Repubblica per la sua saggezza rivolge un appello agli studenti invitandoli ad azioni di protesta che non arrivino alla occupazione delle scuole o, come gia' avvenuto, di stazioni ferroviarie. ''Ragazzi - esorta- avanzate proposte ma non accontentatevi di restare fermi a un dibattito in difesa dello status quo perche' questo Paese ha bisogno di riforme''. Gli studenti, che hanno continuato anche oggi a protestare in tutta Italia con una escalation di occupazioni ma senza grandi interruzioni della didattica, si dicono pronti a incontrare il ministro (seppure dopo una convocazione ''tardiva'' fanno notare). ''Ma questo - avverte l'Unione degli studenti - non bastera' a fermare le mobilitazioni. Il movimento si fermera' soltanto quando il Governo ritirera' il decreto 137''. Obiettivo che sembra molto lontano dalle intenzioni dell'Esecutivo.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa cerca di buttare acqua sul fuoco sostenendo che ''non ci sara' mai un seguito alle parole del premier'' ''Se ci fosse - ammette - ci starei male. Ho inteso le parole di Berlusconi come una condanna della violenza''.
"Bugie, bugie, soltanto bugie. Se la piazza protesta la colpa e' dell'opposizione che ha avviato una campagna di disinformazione e non certo dei contenuti del decreto 137, quello sul contestato maestro unico''. Una agguerritissima Gelmini insiste su questo tasto, replicando al Senato dopo il dibattito sul provvedimento. E per non offrire il fianco a chi le rimprovera una scarsa propensione al confronto annuncia che gia' da domani convochera' tutte le associazioni studentesche. A una sola condizione - aggiunge - ''che si discuta sui fatti''. Intanto continua a difendere il suo male-interpretato provvedimento. ''Non e' vero che ci saranno tagli per 8 miliardi di euro, non e' vero che ci saranno licenziamenti degli insegnanti, non e' vero che chiuderemo le scuole di montagna o delle piccole isole''. Difende le ragioni che l'hanno spinta a valutare anche la condotta nel giudizio finale sugli alunni. Sul maestro unico, diventato per volonta' di Berlusconi 'prevalente', saranno affiancati un insegnante di inglese e uno di religione. Delle proteste dice di non aver paura. E dopo aver criticato Veltroni, che secondo lei, cerca di cavalcare la protesta studentesca, ed elogiato il presidente della Repubblica per la sua saggezza rivolge un appello agli studenti invitandoli ad azioni di protesta che non arrivino alla occupazione delle scuole o, come gia' avvenuto, di stazioni ferroviarie. ''Ragazzi - esorta- avanzate proposte ma non accontentatevi di restare fermi a un dibattito in difesa dello status quo perche' questo Paese ha bisogno di riforme''. Gli studenti, che hanno continuato anche oggi a protestare in tutta Italia con una escalation di occupazioni ma senza grandi interruzioni della didattica, si dicono pronti a incontrare il ministro (seppure dopo una convocazione ''tardiva'' fanno notare). ''Ma questo - avverte l'Unione degli studenti - non bastera' a fermare le mobilitazioni. Il movimento si fermera' soltanto quando il Governo ritirera' il decreto 137''. Obiettivo che sembra molto lontano dalle intenzioni dell'Esecutivo.